Nasce a Parma : 17.07.1920
Entra in Congregazione: 30.09.1939
Inizio Noviziato: 02.07.2940
Professione Temporanea: 26.07.1942
Professione perpetua: 02.07.1947
Deceduta a Villa Chieppi: 03.03.2013
Non vi rincrescerà di servire i fratelli... né di dare l'ultima goccia del vostro sangue ... (A. Chieppi)
Sr. Luisa, nativa di Tordenaso di Langhirano, conobbe le suore di Felino, dove abitavano i suoi parenti, e fu affascinata da quel progetto di vita che vedeva meravigliosamente realizzato, in modo particolare, da Sr. Vanda Parmigiani.
A 19 anni decise di farsi suora e nel cuore aveva il desiderio di spendere la sua vita per aiutare i sofferenti. Ideale che realizzò in modo esemplare, sfidando anche seri problemi di salute che la provarono per tanti anni.
E' sintomatico, per comprendere la fermezza del suo carattere, l'episodio narrato da una consorella (vedi allegato). Era il luglio 1944. Si trovava a Corniglio quando le SS assediarono il paese e a colpi di mitragliatrice fecero strage. Lei ebbe il coraggio di entrare nella mischia e di sfidare i soldati, pronta a lasciarsi uccidere se non avessero liberato due giovani feriti, loro prigionieri. Riuscì nell'intento con la forza della fede e di quel monito del Fondatore che voleva le sue figlie pronte anche a dare la vita per i fratelli.
La sua missione la svolse sempre al letto degli ammalati, in varie comunità. Ovunque diede una valida testimonianza di competenza e di generosa dedizione. Le strutture in cui rimase più a lungo, lasciando un segno indelebile, furono l'Ospedale di Noceto (1952-1965), Corniglio, come infermiera presso lo studio medico e a domicilio (1965- 1971) e la Clinica Santa Chiara di Locamo (1971-1995).
Da Noceto, quando l'obbedienza le chiese di lasciare il campo, si elevò un corale rimpianto, descritto con commozione nella Gazzetta di Parma dell' 8.08. 1965.
A Santa Chiara ricoprì, per ben 24 anni, il ruolo di infermiera della notte, dando piena sicurezza ai malati di tre piani e alle risposte di Pronto Soccorso. Il suo servizio fu di tale spessore da meritarle, nel 1975 l'onorificenza di "Cavaliere dell'Ordine della Stella della Solidarietà".
Ovviamente, come in ogni mortale, a tanti valori indiscutibili, si univa anche un carattere forte e volitivo, non sempre da tutti compreso, ma determinante per il superamento delle difficoltà legate alla salute sua e alle necessità dell'opera.
E' anche lei uno di quei pilastri a cui la Congregazione può fare riferimento per ottenere coraggio di fronte alle difficoltà che l'oggi comporta. La ringraziamo riconoscenti.